Informazioni
Il Sahara Occidentale si trova a nord-ovestdel continente africano e fa parte del grande Magreb con Marocco, Mauritania, Tunisia, Libia e Algeria. Il clima è caldo torrido, le precipitazioni scarsissime e la temperatura può, in estate, raggiungere i 60°. E' in questa porzione di territorio, nella zona algerina di Tindurf, ai confini con il Sahara Occidentale, che vivono i profughi Saharawi. Questa popolazione, che prima della colonizzazione era in gran parte beduina, il risultato di una unione fra berberi e arabi. La lingua è l'hassanya, un dialetto arabo in uso in molte popolazioni nomadi, la religione è musulmana, pur con credenze animistiche.
I primi europei, portoghesi e spagnoli, entrarono in contatto con questa realtà nel '500. Nel 1884 la Spagna proclma il suo protettorato su vari territori e resta presente, in modo blando, fino agli anni 70, quando si scoprono in quelle zone giacimenti di ferro, gas, petrolio, fosfati. Questo porta alla formzione di compagnie per lo sfruttamento e l'esportazione delle risorse. Si verifica, così, la consapevolezza di essere un popolo colonizzato e successivamente la crescita di un movimento nazionalista dal quale, nel 1973, prende vita il "Fronte Polisario" (fronte di liberazione di Saguiat al Hamra" e Rio del Oro).
Nel 1965 l'ONU adotta la sua prima risoluzione sul Sahara Occidentale, richiamandosi alla decolonizzazione e l'anno dopo prevede l'autodeterminazione del popolo Saharawi con un referendum che la Spagna non accoglie e, nel 1975, decide di ritirarsi alla sua ex colonia e di cederla al Marocco e Mauritania i quali occupano il Sahara Spagnolo (la Muaritania si ritirerà nel 1979). La popolazione civile fugge verso la frontiera algerina: qui sul territorio del Sahara Occidentale, proclama nel 1976 il suo Stato, RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica), riconosciuto oggi da 74 paresin e membro dell'Organizzazione Unità Africana.
Nella seduta del 29.4.1991, l'ONU aveva approvato all'unanimità, con risoluzione n. 690, l'attuazione del piano di pace per il Sahara Occidentale, che prevedeva, per il 26 gennaio 1992, lo svolgimento di un Referendum di autodeterminazione che ancora non ha avuto luogo, soprattutto per l'opposizione del governo marocchino. Nonostante il governo italiano non riconosca ufficialmente la RASD esistono varie realtà locali che contribuiscono, da tempo ed in vari modi, alla soluzione della causa Saharawi. Fra queste i patti di gemellaggio, le carovane di solidarietà e l'ospitalità di gruppi di bambini che ormai da molti anni trascorrono anche da noi lunghi periodi di soggiorno.